CNA E CONFARTIGIANATO CHIEDONO AI POLITICI DEMOCRAZIA PER LE PMI
Insostenibile a livello locale la situazione per le imprese medie e piccole, che rappresentano il 98 per cento del tessuto produttivo. Tanto grave da spingere Confartigianato e Cna di Rimini a muoversi in una univoca azione di sensibilizzazione di politici, amministratori e banche (che fanno ancora “troppo poco”).
“Senza democrazia economica anche la democrazia politica rischia di essere stravolta”, dicono all’unisono Salvatore Bugli e Mauro Gardenghi. “Necessario” dunque “pensare innanzitutto ad esse quando si pianificano gli interventi. E' una centralità che vorremmo rilevare in fatti concreti e quotidiani”.
Al grido 'Salviamo la piccola impresa' le confederazioni degli artigiani chiedono un “deciso cambio di passo” attraverso “provvedimenti legislativi che prevedano maggiori stanziamenti, risorse per il Consorzio Unifidi che sta sostenendo anche sul nostro territorio le imprese che altrimenti non riuscirebbero ad ottenere credito”. Necessario “l'alleggerimento della pressione fiscale, così come un'ulteriore accelerazione degli interventi volti a snellire e semplificare la burocrazia. Siamo contrari a qualunque generalizzazione o strumentalizzazione che configuri intere categorie come evasori fiscali”. Chiedono “politiche di coinvolgimento attivo del privato, promuovendo e sperimentando nuove forme di sussidiarietà orizzontale in diversi settori”. Continuando a penalizzare “ulteriormente il ceto medio produttivo”, di fatto a rimetterci sarà “la stessa democrazia economica che vuole un mercato che sia di tutti e non solo per pochi: monopoli, oligopoli, multiutilities e grande finanza speculativa”.
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